Io Ennio Morricone sono morto
Ennio Morricone (Roma, 10 novembre 1928 – Roma, 6 luglio 2020)
Io Ennio Morricone sono morto.. lui stesso l'ha composto. E si, si tratta di una composizione, ben pensata. Una parola dopo l'altra come una nota dopo l'altra. Così come pensava e strutturava le sue opere, ha pensato bene di scrivere lui stesso il suo necrologio. Nel 2010 andai a un suo concerto tenutosi a Torino. Al rientro verso casa, io e il mio amico Luca, commentavamo quanto fosse stato eccezionale e unico l'ascolto di quelle note, quando a un tratto mi cadde l'occhio su un mega poster davanti un'edicola. Quei manifesti giganti che pubblicizzano gli eventi. Inutile dirvi che quel poster è appeso in casa mia. Non potevo lasciarlo la, capitemi!
E comunque ho pianto! posso dirlo vero? Non sono riuscito ad arrivare al punto di poter stringere la mano al Maestro ma mi si è stretto il cuore alla notizia. Chi suonerà ancora quei pezzi? Chi li penserà? C'era una volta Morricone. Chi sarà in grado di comporre quella magia? Forse è questo che mi spaventa. La paura non ci possa essere un altro grande della musica come lo è stato Morricone. E noi abbiamo bisogno della musica come abbiamo bisogno della poesia e di un bel film che ha una bella musica dietro che è poesia.
Si alzava presto, un po' di ginnastica, colazione e poi subito a lavoro. Un foglio di carta, una matita ed il pentagramma, il calderone dove mescolava la genialità, il sentimento, il cigolio di una porta, lo scricchiolio di un passo in agguato e il fischio di un uomo in attesa. Ed ecco la magia. Non un'opera usciva fuori senza il giudizio della moglie Maria, compagna per tutta la vita. “Nell'amore come nell'arte la costanza è tutto. Non so se esistano il colpo di fulmine, o l'intuizione soprannaturale. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata. E naturalmente la fedeltà." E lui, Ennio Morricone, ha tenuto duro, è stato fedele alla sua musica, quella che gli veniva dal cuore. Ne ha fatto una Mission.
Mio padre mi ha iniziato alla colonne sonore di Morricone attraverso i western del grande Sergio Leone, suo compagno di classe in fanciullezza e amico. E quant'è vero ora che non possiamo guardare la scena di quando il buono, il brutto, il cattivo quindi il biondo, Tuco e Sentenza si trovano al cimitero per l'ultimo duello, senza la musica, ma possiamo benissimo ascoltare il pezzo musicale immaginandoci tutto. Quegli sguardi che si studiano, si sospettano e si aspettano per l'ultima mossa. Un sigaro in bocca e due colpi di pistola. Ma riuscite a guardare "l'estasi dell'oro" senza quell'adrenalina partorita dalla colonna sonora celebre anche per la voce della bellissima Susanna Rigacci?
E no, non possiamo. Lo stesso Tuco (Eli Wallach) avrebbe fermato la sua corsa, avrebbe guardato al centro dell schermo e detto "hei biondo senza musica non si corre"
Sono grato per questi doni che Dio ci fa. Ci mette davanti musicisti, poeti, sportivi, grandi uomini che nella loro piccolezza e umiltà, come quella dimostrata sempre da Morricone, si rivelano strumenti di un Qualcosa più grande che noi cerchiamo. Senza sapere come e perché ma ne abbiamo bisogno. Abbiamo la necessità di qualcosa che vada oltre le nostre misure e le stature che ci diamo. Abbiamo la necessità della Bellezza.
Continuiamo a leggere poesie, continuiamo ad ascoltare la musica, quella bella!
A proposito: "scion scion"!
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riflessioni crepuscolari
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