Intanto giugno passò e giunse luglio più torrido e desolato del consueto. Da un paio di mesi non si vedeva più una nuvola in cielo. All’alba o al tramonto certe striature di nuvole rosse dileguavano incenerite nelle fornaci del crepuscolo. I fichi maturavano e bisognava curarli.[1] Nella casa posta in Panduri c’era un certo via vai da ore.
Donna Teresa era in travaglio ormai da tutta la notte. Don Vincenzo, 40 anni, un mestiere ben consolidato e attivo, non aveva chiuso occhio.
Si era rintanato nel suo laboratorio in attesa e per ammazzare il tempo spostava e rispostava barattoli pieni di spezie, unguenti e quant’altro. Sembrava un alchimista intento a distillare il tanto ricercato alambicco ma in verità viveva, come tutti i padri, l’angoscia della nascita e l’incertezza del futuro che attendeva il figlio.
Continuava a ripetere non far tempeste, luglio mio, sennò il mio vino addio. In casa Perri si attendeva il maschietto poiché la centenaria donna Rosina, sibilla e guaritrice del paese, aveva sentenziato che sarebbe stato l’erede sperato. Donna Giuseppa Pipicella, madre di don Vincenzo, aveva fatto visita alla vecchia diverse volte, con tanto di pane fresco e prodotti della terra.
Tra un paternoster a San’Anna e un’antica litania dialettale alla madre terra, reminiscenza di un mondo arcaico ancora in vita, le due donne avevano pregato per un maschietto. Avrebbe preso il nome del nonno e, in quanto primogenito, la gestione delle proprietà. Da tre giorni c’era luna nuova e le preghiere si erano moltiplicate. Era ormai tempo.
Il 15 luglio di circa cinquant’anni prima vi era stata la soppressione della tanto temuta inquisizione spagnola; lo stesso giorno del 1815 Napoleone si era arreso agli inglesi. Lo stesso Napoleone, il 15 luglio del 1808 aveva nominato Gioacchino Murat, re delle Due Sicilie. Nel medesimo dì del 1799 veniva scoperta la Stele di Rosetta, chiave fondamentale per la comprensione dei geroglifici egizi.
A Verona di quel 15 luglio 1885 nasceva Leonardo Olschki, futuro filologo italiano naturalizzato poi statunitense, primo di sei figli. Mentre a Padròn, a 20 km da Santiago di Compostela, moriva Rosalía de Castro, poetessa e scrittrice spagnola di lingua e nazionalità galiziana.
Intanto a Careri era giunta l’alba, i contadini si erano accinti verso le campagne. In luglio hai la pera, la mela, la pesca e il ficodindia.
Don Vincenzo si era accomodato sui gradoni dell’ingresso, il sonno aveva avuto il sopravvento al primo manifestarsi delle luci quando si vide strattonare verso l’interno. La levatrice, donna formosa e portentosa, lo aveva sottratto al riposo prendendolo dal carré della camicia.
Erano le undici e mezza circa e dalla camera patronale un nuovo pianto aveva ridestato gli animi e placate le ansie, rincuorato le attese e riposte le preghiere. Francesco Antonio Giuseppe Perri veniva al mondo nel giorno di S. Bonaventura.
[1] Perri Francesco, Emigranti – Mondadori, 1928
Francesco Violi