Peter Pan, gli Aristogatti e Dumbo - il politically correct gioca scorretto

 


Intanto bisogna precisare che l’originale anglosassone è political correctness, cioè “correttezza politica” e non “politicamente corretto”, quindi a priori si parte male e forse ora si sta esagerando. Questa estrema attenzione degli aspetti formali sta diventando estremismo. Sta succedendo come con la parola democrazia. Se ne abusa a tal punto che in nome della democrazia e della libertà di parola io posso scrivere il caxxo che mi pare. Vero? Io ne ho le balls piene di questi pregiudizi liberal-moralisti dove concetti linguistici vengono sostituiti con nuovi idiomi che, finalmente, tutelano tutto e tutti. Non fraintendetemi, decliniamo pure i ruoli al femminile, giusto, e sappiamo tutti che si usa dire "fratelli" raggruppando fratelli e sorelle. Il latino frater indica ciascuno dei figli nati dagli stessi genitori. È un senso collettivo della nostra grammatica che non vuole essere assolutamente sessista. Ma cosa c'entrano adesso Dumbo, gli Aristogatti e Peter Pan? Dai perché ogni convenzione consolidata deve per forza rappresentare un possibile attacco a qualche individuo?  

Dumbo (1941), Peter Pan (1953) e gli Aristogatti (1953) io continuerò a farli guardare ai miei figli anche se non hanno ancora compiuto i 7 anni, il nuovo limite di età che concede loro la visione ma sempre in presenza di un adulto (è il momento in cui la sala tv diventa zona arancione). Per quanto riguarda l'elefantino più famoso al mondo il problema è nel canto degli afroamericani che lavorano nelle piantagioni, Peter Pan chiami gli indiani pellerossa mentre fra le avventure di Duchessa e dei suoi micini spunta il siamese Shun Gon, troppo caricaturizzato con i suoi occhi a mandorla e le bacchettine. Ma scusate! allora è stato scordato Romeo che canta "Ma pure da emigrato, Mica so’ cambiato. Io so’ Romeo, Er mejo del Colosseo" Non pensate che in questo caso (siamo nel '53) qui vi è un'allusione agli emigranti italiani, forse latin lover ma comunque sia un pò girovaghi? 

E Semola? Ragazzino mingherlino e maltrattato. Cosa dobbiamo dire? E perché Robin Hood è impersonato da una volpe? Fossi un animalista denuncerei la Disney. Gli altri animali sono meno furbi del quadrupede che scaglie le frecce? Che ne direbbe Esopo?

Sapete qual è il punto? Non bendare i bambini o non permettere loro di vedere questi bellissimi cartoni animati ma accompagnarli in questo, attendere il momento in cui ci chiederanno ma perché Peter Pan li chiama pellerossa? Perché sono di colore quelli che raccolgono il cotone? E perché il siamese è disegnato così? Allora sarò io genitore a raccontare loro delle storie che narrano di identità e razze (posso ancora scrivere questa parola?), di pregiudizi e modi di dire, senza togliere la verità alla storia e alle identità ma raccontando come sono andate le cose, parlando dei diversamente abili, dei neri, degli ebrei, dei gay, insegnando quali espressioni verbali usare, definendoli con criterio, se è necessario, non perché di gusti e orientamenti sessuali diversi, o di colore della pelle diverso, ma perché uomini (si qui intendo anche le donne) e affinché non si creino delle idee e dei giudizi sbagliati. Noi genitori (e qui non intendo solo chi "genera" - non si sa mai!) siamo in grado di educare vero? educĕre -"trar fuori" il loro pensiero e, passo dopo passo, tener vivo il senso critico di fronte al reale (come dovrebbe fare un bravo insegnante).

Questo revisionismo storico lo trovo eccessivo e fuorviante. Anzi odio proprio questo moralismo! (non saprei come altro definirlo)

E aggiungo una cosa: Sloth (I Goonies - 1985) indossa la maglietta con la S di Superman!

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